Pubblichiamo il testo della lettera aperta conseguente al terribile incendio del 9 luglio 2022, sottoscritta dalla Comunità per il Parco Pubblico di Centocelle, dal Comitato Pratone di Torre Spaccata Parco Archeologico e Naturalistico, dal Gruppo Ambiente e Territorio della Libera Assemblea di Centocelle e dal WWF Roma e Area Metropolitana - Municipio V.
A 7 giorni dal tragico incendio che ha distrutto gran parte degli auto demolitori della Togliatti e parte del PAC e del Pratone, affidiamo i nostri pensieri a questa breve lettera, invitando tutt* alla partecipazione ai prossimi eventi, a partire dall'assemblea di Domenica 17 alle ore 18.00, a Torre Spaccata
LETTERA APERTA ALLA CITTÀ
A pochi giorni dalla tragedia, i rifiuti stratificati in decenni di incuria continuano a bruciare nella buca del Pratone e in alcune aree del PAC, il fumo continua a investire le case e noi siamo costretti a sigillare porte e finestre nonostante l’anomala canicola estiva, per evitare l’odore acre degli inquinanti presenti nell’aria.
Mentre si svolgono sotto i nostri occhi le paradossali proteste degli autodemolitori che - più solerti dei cittadini - bloccano via Palmiro Togliatti, ci interroghiamo su quale contributo possano fornire realtà associative come le nostre in un momento come questo.
Sono anni che i cittadini e le associazioni presenti sul territorio denunciano l’incompatibilità di attività come quelle di autodemolizione in centri abitati e siti sensibili.
Sono anni che chiedono alle istituzioni ciò che gli spetta di diritto, di poter fruire del Parco di Centocelle, che doveva essere la “piazza” dei quartieri Don Bosco, Torre Spaccata e Centocelle, mentre oggi è una bomba ad orologeria fatta di rifiuti interrati e attività inquinanti, pronta ad esplodere ogni estate, quando anche il più piccolo degli incendi che in un’area verde recuperata, adeguatamente rimboschita e manutenuta potrebbe essere circoscritto, assume le orrifiche sembianze del disastro ambientale.
Sono passati 40 anni dal DPR 915/82, con cui il Comune di Roma disponeva la delocalizzazione delle attività di autodemolizioni fuori l’anello del GRA; 30 anni dal D.M. del 9.7.1992, con cui tutta la parte settentrionale dell'ex aeroporto militare veniva tutelata da vincolo archeologico con prescrizione di destinarla a parco; 27 anni da quando il Vincolo Ad Duas Lauros prima, la Variante delle Certezze poi, destinavano a verde pubblico tutta l’area del Parco di Centocelle, ad esclusione di quella del demanio militare; 25 anni dalla Deliberazione n. 43 del 20 marzo 1997, con cui per la prima volta il Consiglio Comunale individuava i siti alternativi dove delocalizzare gli autodemolitori.
Sono passati 25 anni dall’avvio della prima serie di indagini che hanno portato alla scoperta del patrimonio archeologico custodito dal Pratone di Torre Spaccata, 18 anni dalla formulazione della prima richiesta di tutela del Prato con vincoli puntuali e diffusi, 16 anni da quando l’area è stata indagata per una seconda volta dagli stessi archeologi, 14 anni dalla pubblicazione di un volume interamente dedicato alle emergenze archeologiche scoperte nell’area: nulla di tutto ciò gli è valso ad oggi la tutela vincolistica che meriterebbe e che potrebbe salvarlo da un destino diverso da quello che il vigente PRG prevede.
Eppure, dopo aver visto la presentazione di grandi progetti, l’apertura di bandi internazionali, le proroghe all’attività degli autodemolitori e il rimpallo di competenze e responsabilità tra Comune e Regione, di nuovo ci troviamo a commentare la cronaca dell’ennesimo disastro annunciato.
Ci vediamo obbligati a ribadire che disastri come l’incendio del 9 luglio si ripeteranno con sempre maggiore frequenza e sempre più diffusamente, a causa delle condizioni in cui versa tutto il territorio romano, combinate con le conseguenze del cambiamento climatico. Anche per questo motivo non chiediamo soltanto di rispondere all’emergenza in un’area specifica, ma pretendiamo che tutti insieme si sollevi lo sguardo e le politiche verso il traguardo della realizzazione dell’intera rete ecologica di questa città, a partire da quella del suo quadrante orientale che definiamo “Corona verde di Roma Est”, caratterizzata com’è da un enorme gap tra il formidabile potenziale e l’incredibile stato di degrado in cui versa.
Non sappiamo se l’incendio abbia avuto un’origine dolosa o colposa, non sappiamo se verranno trovati inneschi o se sia stato causato dall’incuria e l’abbandono in cui versano alcune aree prospicienti al PAC: definirlo non spetta a noi ma a chi condurrà le indagini. Certamente ne seguiremo le evoluzioni.
Sappiamo però chi ne ha pagato e chi ne sta pagando le spese nel frattempo: gli abitanti dei quartieri limitrofi che respirano diossine e PCB oltre i limiti previsti dalle norme; i VVFF che hanno rischiato la vita, coprendo turni massacranti per sottostazione organica e lavorando nella carenza di idranti e strumentazione adeguata, più volte denunciata; i cani che vivevano presso gli autodemolitorimorti bruciati vivi, intossicati o colpiti dalle numerose esplosioni generatesi; la fauna del pratone, come le volpi riprese in numerosi video mentre fuggono per scampare alle fiamme, vittime innocenti e invisibili di un disastro che poteva essere evitato.
In queste ore, chi va alla ricerca del responsabile sembra farlo per deresponsabilizzare la categoria che rappresenta e per questo ci sentiamo di dire con certezza che “l’innesco più grande” è nascosto tra l’erba secca, gli arbusti incolti e i rifiuti interrati del PAC come nel Pratone di Torre Spaccata. A nasconderlo è stata quella politica che negli ultimi 30 anni non ha saputo rispondere alle legittime rivendicazioni della cittadinanza.
Chiediamo quindi di guardare oltre l’emergenza, affinché la corretta pianificazione dei cosiddetti vuoti urbani della città sia sensibile una volta per tutte alle istanze del territorio e metta l’amministrazione comunale nella posizione di non dover affrontare in futuro queste situazioni in termini emergenziali: è urgente che una città sostenibile si doti di un’infrastruttura verde, libera da rischi ambientali e speculativi.
Consapevoli del percorso lungo e complesso, continuiamo a suggerire all’amministrazione la nostra via d’uscita: deframmentare e realizzare la Corona Verde di Roma Est (dal Parco naturale della Valle dell’Aniene al Parco dell’Appia antica) partendo dalla creazione di un Parco delle Ville Romane che finalmente valorizzi la vocazione ambientale e culturale del Pratone di Torre Spaccata e del PAC.
La creazione di un Parco delle Ville Romane colmerebbe, almeno in parte, il debito sociale e ambientale da sempre riconosciuto alla popolazione residente in questi quartieri, restituendogli un polmone verde, uno spazio di socialità e di possibili economie sostenibili, nonché un motivo di orgoglio identitario per tutto il quadrante, non più problema.
Per questo motivo, mentre insieme a molte altre realtà attive nel territorio e in tutta Italia stiamo approfondendo i dati scientifici raccolti a seguito dell’incendio per valutare la possibilità di presentare un esposto per disastro ambientale, invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare ai prossimi due eventi pubblici nei quali la questione verrà trattata:
1. l’assemblea pubblica organizzata dal Forum per la riqualificazione del Parco di Centocelle, da anni attivo nella battaglia per la realizzazione completa del PAC, indetta domenica 17 luglio alle ore 18.00 a Torre Spaccata, nella piazza antistante la Parrocchia di San Bonaventura, tra Via Marcio Rutilio e via Cornelio Sisenna;
2. il consiglio municipale straordinario congiunto tra il V e il VII Municipio, che si terrà mercoledì 20 luglio alle ore 9.00 presso la sede del Consiglio del Municipio Roma V in via Perlasca n. 39.