Il 16 e il 21 agosto scorsi due grossi incendi hanno interessato l'area del Parco di Centocelle, in particolare quella relativa alla parte aperta al pubblico il 16, e l'area non ancora fruibile posta in prossimità della zona dove ci sono le abitazioni dell'aeronautica militare il 21.
Il primo incendio non ha provocato gravi danni al parco soltanto perché, poche settimane prima, l'erba era stata tagliata. Il secondo invece è stato assai più violento, al punto che per spegnere le fiamme è dovuto intervenire persino un elicottero con il cestello che ha effettuato diversi lanci di acqua per avere ragione delle fiamme. Quello che resta dopo questi incendi è un desolante panorama caratterizzato da diversi ettari di sterpaglie andate in fumo, con il colore nero della cenere che si staglia con prepotenza per migliaia di metri quadrati. Diversi alberi purtroppo sono morti a causa delle fiamme, il che è particolarmente grave considerando che l'area del parco è già povera di alberature. Pochi giorni prima di questi incendi, un altro incendio molto vasto ha letteralmente mandato in fumo l'area del pratone di Torrespaccata, ossia quell'importante corridoio verde da cui sono giunti i fagiani che oggi vivono all'interno del Parco di Centocelle, frequentato anche da numerose volpi.
Già lo scorso anno fummo costretti a contare i danni provocati da un vasto incendio che colpì l'area di Villa De Sanctis, in particolare quella non aperta al pubblico, e anche in quel caso diversi alberi furono inceneriti dalle fiamme. Ogni anno, nel corso della stagione estiva, ci troviamo dinanzi alla piaga degli incendi, quasi tutti dolosi o provocati da imperizia dell'uomo, che colpiscono le aree verdi del Municipio su cui gravano già numerose problematiche e criticità. Auspichiamo che in futuro vengano presi quei provvedimenti minimi in grado di impedire agli incendi di divorare i pochi ettari di aree verdi che i cittadini del territorio hanno a disposizione. Occorre programmare per tempo il taglio dell'erba, sia nelle aree pubbliche che in quelle private (a carico dei rispettivi proprietari, in questo caso). È altresì auspicabile che durante i mesi estivi aumenti la vigilanza atta a prevenire o segnalare prontamente l'insorgere di un incendio, nelle suddette aree. Sarebbe anche importante provvedere ad installare degli idranti antincendio a colonnina all'interno dei parchi, in particolare quelli più grandi. Nello specifico del Parco di Centocelle questi ultimi incendi giungono in un periodo particolarmente funesto per quest'area, su cui già gravano numerose criticità, aggravate anche dalla chiusura dell'ingresso principale su via Casilina (che di fatto rende impossibile anche l'ingresso dei mezzi di soccorso e delle autobotti dei vigili del fuoco), dalla crescita incontrollabile di bivacchi e baracche all'interno del parco e da altre situazioni che rendono sempre meno sicura la frequentazione del parco da parte dei cittadini. Abbiamo più volte denunciato, attraverso comunicati e dossier, la situazione di grave degrado in cui versa il parco e il mancato completamento dello stesso nei 120 ettari complessivi del progetto originario, sancito nel 1997 addirittura attraverso un concorso internazionale, che però ha suscitato soltanto speranze vane e nessun atto concreto. Dopo quasi 20 anni da quel concorso internazionale siamo ancora in attesa della delocalizzazione degli autodemolitori, nonché della realizzazione del secondo stralcio del parco.
Le richieste del WWF Lazio - Gruppo Attivo Pigneto-Prenestino sono quelle di sempre, occorre realizzare il parco nella sua interezza, rendendo fruibili al pubblico tutti i 120 ettari previsti nel progetto originario, occorre delocalizzare gli autodemolitori e tutte le attività incompatibili che sussistono all'interno dell'area del parco. Le nuove amministrazioni, comunale e municipale, devono raccogliere questa sfida ed impegnarsi per realizzare un parco da cui dipende la riqualificazione ambientale dell'intero settore orientale della città, e in particolare di un Municipio, il quinto, caratterizzato da elevatissimi livelli di inquinamento atmosferico, dotazione di verde pubblico pro capite tra le più basse di Roma, densità abitativa tra le più alte d'Italia e pesante impermeabilizzazione del suolo. Che sconta anche la mancata pianificazione urbanistica del Comprensorio Casilino SDO e la cui necessità di riqualificazione ambientale è presente nella legge per Roma Capitale del 1990 e nel Progetto Direttore SDO del 1995.
Il primo incendio non ha provocato gravi danni al parco soltanto perché, poche settimane prima, l'erba era stata tagliata. Il secondo invece è stato assai più violento, al punto che per spegnere le fiamme è dovuto intervenire persino un elicottero con il cestello che ha effettuato diversi lanci di acqua per avere ragione delle fiamme. Quello che resta dopo questi incendi è un desolante panorama caratterizzato da diversi ettari di sterpaglie andate in fumo, con il colore nero della cenere che si staglia con prepotenza per migliaia di metri quadrati. Diversi alberi purtroppo sono morti a causa delle fiamme, il che è particolarmente grave considerando che l'area del parco è già povera di alberature. Pochi giorni prima di questi incendi, un altro incendio molto vasto ha letteralmente mandato in fumo l'area del pratone di Torrespaccata, ossia quell'importante corridoio verde da cui sono giunti i fagiani che oggi vivono all'interno del Parco di Centocelle, frequentato anche da numerose volpi.
Già lo scorso anno fummo costretti a contare i danni provocati da un vasto incendio che colpì l'area di Villa De Sanctis, in particolare quella non aperta al pubblico, e anche in quel caso diversi alberi furono inceneriti dalle fiamme. Ogni anno, nel corso della stagione estiva, ci troviamo dinanzi alla piaga degli incendi, quasi tutti dolosi o provocati da imperizia dell'uomo, che colpiscono le aree verdi del Municipio su cui gravano già numerose problematiche e criticità. Auspichiamo che in futuro vengano presi quei provvedimenti minimi in grado di impedire agli incendi di divorare i pochi ettari di aree verdi che i cittadini del territorio hanno a disposizione. Occorre programmare per tempo il taglio dell'erba, sia nelle aree pubbliche che in quelle private (a carico dei rispettivi proprietari, in questo caso). È altresì auspicabile che durante i mesi estivi aumenti la vigilanza atta a prevenire o segnalare prontamente l'insorgere di un incendio, nelle suddette aree. Sarebbe anche importante provvedere ad installare degli idranti antincendio a colonnina all'interno dei parchi, in particolare quelli più grandi. Nello specifico del Parco di Centocelle questi ultimi incendi giungono in un periodo particolarmente funesto per quest'area, su cui già gravano numerose criticità, aggravate anche dalla chiusura dell'ingresso principale su via Casilina (che di fatto rende impossibile anche l'ingresso dei mezzi di soccorso e delle autobotti dei vigili del fuoco), dalla crescita incontrollabile di bivacchi e baracche all'interno del parco e da altre situazioni che rendono sempre meno sicura la frequentazione del parco da parte dei cittadini. Abbiamo più volte denunciato, attraverso comunicati e dossier, la situazione di grave degrado in cui versa il parco e il mancato completamento dello stesso nei 120 ettari complessivi del progetto originario, sancito nel 1997 addirittura attraverso un concorso internazionale, che però ha suscitato soltanto speranze vane e nessun atto concreto. Dopo quasi 20 anni da quel concorso internazionale siamo ancora in attesa della delocalizzazione degli autodemolitori, nonché della realizzazione del secondo stralcio del parco.
Le richieste del WWF Lazio - Gruppo Attivo Pigneto-Prenestino sono quelle di sempre, occorre realizzare il parco nella sua interezza, rendendo fruibili al pubblico tutti i 120 ettari previsti nel progetto originario, occorre delocalizzare gli autodemolitori e tutte le attività incompatibili che sussistono all'interno dell'area del parco. Le nuove amministrazioni, comunale e municipale, devono raccogliere questa sfida ed impegnarsi per realizzare un parco da cui dipende la riqualificazione ambientale dell'intero settore orientale della città, e in particolare di un Municipio, il quinto, caratterizzato da elevatissimi livelli di inquinamento atmosferico, dotazione di verde pubblico pro capite tra le più basse di Roma, densità abitativa tra le più alte d'Italia e pesante impermeabilizzazione del suolo. Che sconta anche la mancata pianificazione urbanistica del Comprensorio Casilino SDO e la cui necessità di riqualificazione ambientale è presente nella legge per Roma Capitale del 1990 e nel Progetto Direttore SDO del 1995.
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