mercoledì 8 giugno 2016

Le volpi al Parco di Centocelle. Alcune riflessioni sulla rete ecologica del territorio e i concetti di frammentazione, corridoi, effetto barriera e road mortality

Vi mostriamo un documento per certi versi eccezionale. Nell'ambito delle ricerche che stiamo effettuando sulla rete ecologica e i corridoi ecologici delle aree verdi del V Municipio e dintorni (per quanto in effetti sia una forzatura parlare di rete ecologica in un contesto urbano come quello di Roma), la nostra attenzione è caduta anche sulla più volte segnalata presenza della Volpe all'interno del Parco di Centocelle e di alcune aree verdi limitrofe. 
Già alcune fonti letterarie (ad esempio il romanzo "Il piacere" di Gabriele D'Annunzio) dicono che ai primi del 900 la nobiltà romana era solita recarsi al pratone di Centocelle, dove poi sorgerà l'aeroporto, per dedicarsi ad uno dei suoi sport preferiti, la caccia alla volpe. Parlando con diversi residenti di Centocelle e frequentatori del parco, alcuni di essi ci hanno confermato che ancora oggi può capitare di osservare la volpe. Del resto l'area è piuttosto grande, e non manca ne il cibo (è pieno di fagiani), ne le tane. 
Ci siamo quindi chiesti se si trattasse di una popolazione residua e se vi fossero anche esemplari provenienti da "fuori" l'area del parco. Del resto le volpi sono piuttosto mobili ed intraprendenti, ce lo insegna quella che abbiamo avvistato al Lago ex Snia il 1 febbraio 2015
Abbiamo quindi cercato un possibile corridoio fisico percorrendo il quale la volpe possa raggiungere l'area del Parco di Centocelle, e l'abbiamo individuato in un'area verde che si trova al di là della Togliatti, oggi in stato di quasi completo abbandono ma interessante per presenza di fauna e avifauna. Queste due aree (Parco di Centocelle e area verde appena citata) sono vicine ed abbiamo ipotizzato un possibile scambio di popolazioni di fauna e avifauna tra le stesse, purtroppo impedita o fortemente insidiata, per la fauna terrestre, da una barriera quasi insormontabile, la via Palmiro Togliatti. Ecco quindi irrompere i concetti di frammentazione (le due aree verdi vicine ma discontinue), effetto barriera (l'arteria lineare della Togliatti) e road mortality (gli animali investiti che tentano di spostarsi tra queste due aree). Fin qui tutto più o meno filava, in linea teorica, ma a parte varie testimonianze verbali ci mancava l'inidizio o il documento che dimostrasse che le cose stessero veramente così. Ed ecco che in questi giorni, siamo riusciti ad avere la documentazione fotografica in grado di suffragare queste nostre ipotesi. Si tratta di due foto che mostrano un esemplare di volpe morta investita sulla Togliatti (il corpo esanime è nello spartitraffico), proprio all'altezza del punto dove le due aree verdi (Parco di Centocelle e quella limitrofa) sono più vicine. E' il documento che cercavamo, quello cioé in grado di suffragare l'ipotesi che la fauna selvatica, e nella fattispecie la volpe, utilizza quel "corridoio" (purtroppo reso quasi insormontabile dalla Togliatti) per spostarsi tra le due aree, Parco di Centocelle e area verde limitrofa (all'interno della quale sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici, persino preistorici). Ecco tornare tutto, almeno in linea teorica: la frammentazione, i corridoi, l'effetto barriera, la road mortality. 
La mortalità per investimento (“road mortality”) si pone al primo posto tra le cause di mortalità inferte dall’uomo alla fauna selvatica. La realizzazione di sottopassi e/o sovrappassi può contribuire a ridurre questa criticità (come del resto previsto dal concetto di Green Infrastructure, seguito in tutta Europa). 
Le foto si riferiscono all'anno 2001, e ce le ha fornite il sig. Ferruccio Esibini (che ne è l'autore), che ringraziamo per la gentile concessione.


Volpe investita sulla Togliatti, nel 2001

Volpe investita sulla Togliatti, nel 2001

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