Ancora una volta le zone umide dell'area della periferia orientale di Roma, mostrano tutto il loro potenziale in termini di "attrattori" di biodiversità, in particolare dell'avifauna migratoria che ha iniziato il lungo viaggio dai siti di svernamento verso quelli di nidificazione, e che sfrutta le zone umide che incontra lungo il percorso come aree per alimentarsi e per recuperare energie, trascorrendovi anche alcuni giorni prima di ripartire.
È fondamentale tutelare l'integrità e la qualità delle acque di queste aree umide, nonché quelle del reticolo dei fossi e dei laghetti ancora presenti in prossimità o all'interno della città. Proprio nei giorni scorsi oltre 375mila cittadini europei hanno chiesto alla Commissione Europea (CE) di difendere l’importante legislazione comunitaria sulle acque, e nel nostro Paese occorre investire nella rinaturazione dei corsi d'acqua, ripristinare la continuità degli stessi rimuovendo ostacoli ed ostruzioni, rendere più sostenibile le modalità di manutenzione delle sponde e degli alvei (dove troppo spesso il taglio integrale della vegetazione provoca grossi danni alla biodiversità), attuare le norme che chiedono di lasciare dove possibile più spazio ai fiumi, per ridurre il rischio di alluvioni.
Invitiamo infine i cittadini a frequentare e riscoprire la ricchezza di natura collegata alla presenza di laghetti e aree umide, attraverso attività come il birdwatching che offre grosse opportunità e soddisfazioni in particolare durante questo periodo di migrazione delle specie ornitiche.
Moretta tabaccata, fotografata da Stefano Cristofani |
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