In occasione dell'avvio della nuova consiliatura, il WWF rivolge al neoeletto Presidente Mauro Caliste e ai componenti della Giunta e del Consiglio Municipale le seguenti proposte, destinate alla tutela e alla riqualificazione del territorio compreso nel Municipio Roma V.
Le proposte del WWF al Presidente, alla Giunta e ai Consiglieri del V Municipio
Parlare oggi di pianificazione urbanistica, di riqualificazione ambientale e di valorizzazione dei beni culturali e paesistici presenti nei territorio del Municipio Roma V di Roma Capitale ci porta inevitabilmente a ripercorrere la storia degli ultimi decenni di questo territorio, dei progetti di riqualificazione ambientale che lo hanno riguardato e della loro mancata realizzazione, nonché dei vincoli di tutela apposti sul territorio da parte delle Soprintendenze e del Mibac per salvaguardare e valorizzare i beni culturali ed ambientali presenti, ed in parte fatti rimuovere dai privati e perfino dall’Amministrazione di Roma Capitale.
Questo territorio è parte integrante della periferia orientale romana, caratterizzato da un fitto tessuto urbano densamente popolato e povero di verde e servizi, da elevati livelli di inquinamento atmosferico e di impermeabilizzazione del suolo, con pesanti ricadute sul microclima locale, esposto ad elevati rischi idrogeologici per la presenza di estese cavità nel sottosuolo di origine antropica e per il rischio di esondazione del Fosso di Tor Tre Teste. Una vasta rete di cavità sotterranee presente nel sottosuolo, soprattutto in presenza di perdite idriche dalle condutture fognarie o di adduzione dell’acqua può determinare la formazione di voragini, e può amplificare le onde sismiche di un territorio che la Regione Lazio ha classificato come zona sismica 3A.
Sebbene lo sviluppo edilizio della città di Roma abbia impattato in modo pesantissimo su questa parte dell’Agro romano dal dopoguerra fino ad oggi, è ancora presente in questo territorio un importantissimo patrimonio naturalistico, ambientale e culturale, che si snoda da Porta Maggiore ad ovest fino al GRA ad est lungo le antiche vie consolari Tiburtina, Collatina, Prenestina, e Labicana (oggi Casilina).
La necessità della riqualificazione ambientale della città è stata riconosciuta fin dalla fine degli anni ottanta, e si è concretizzata nella Legge 396/1990 (la cosiddetta “Legge per Roma Capitale”), la quale ha prescritto l’impiego delle aree dell’ex Sistema Direzionale Orientale (SDO) per la riqualificazione del settore orientale della periferia cittadina.
Il Progetto Direttore SDO del 1995, redatto ed approvato dal Comune di Roma nel 1995, ha quindi definito le linee guida per la stesura dei Piani Particolareggiati relativi ai Comprensori SDO: Pietralata, Tiburtino, Casilino e Centocelle. In queste linee guida soprattutto i Comprensori SDO Casilino e Centocelle sono stati finalizzati a garantire gli standard urbanistici di verde e servizi per i quartieri limitrofi ed a salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale in essi presente.
Anche le opere progettate e solo in parte realizzate come compensazione socio-ambientale per la realizzazione e l’entrata in esercizio della linea ferroviaria Alta Velocità Roma Napoli hanno come obiettivo la riqualificazione ambientale di questo territorio.
In questo settore della periferia orientale possono essere quindi individuate numerose aree di elevato valore urbanistico, culturale ed ambientale, il cui corretto assetto urbanistico può contribuire in modo determinante a riqualificare l’intera periferia orientale della città.
1. L’area dell’ex Snia Viscosa
Si tratta di un’area che ricade all’interno del Comprensorio archeologico “Ad duas lauros” tutelato da vincolo paesistico come “zona di interesse archeologico” dal D.M. 21.10.1995.
Il Piano Particolareggiato Tiburtino SDO approvato nel 2002 ha previsto la realizzazione di un vasto parco a sud della linea ferroviaria, esteso per circa 60 ettari e comprendente l’area dell’ex Snia Viscosa e le aree a est di Via di Portonaccio fino a Via Attilio Hortis. A tale riguardo il Comune di Roma con D.G.C. n. 533 del 9.9.2003 ha approvato la realizzazione del Progetto unitario del Parco Prenestino ex Snia Viscosa, il che ha portato all’esproprio di un’area su Via di Portonaccio, in corrispondenza del Lago Ex Snia. Questo Parco, sebbene sia stato definito dalla Legge per Roma Capitale “opera di preminente interesse nazionale”, non è stato tuttavia ancora realizzato, se non parzialmente come Parco delle Energie.
All’interno del Parco sono presenti una pineta tutelata da vincolo paesistico con D.M. 1.3.1968 e un lago (Lago Bullicante), esteso circa un ettaro, situato tra la pineta e via di Portonaccio, per la cui tutela assieme al territorio contermine la Regione Lazio ha istituito un Monumento Naturale con DPRL del 30.6.2020. Intorno al lago si è sviluppato un interessante ecosistema da area umida, con essenze vegetali caratteristiche quali ad esempio il salice bianco e la cannuccia palustre, un'avifauna composta da numerose specie, tra cui circa 90 identificate ad oggi (tra le quali una trentina stabilmente nidificanti e alcune protette dalla Direttiva Uccelli come il Martin Pescatore, la Sgarza Ciuffetto, il Falco Pellegrino), e diverse specie di chirotteri e di odonati. Nell’area sono state individuate 11 diverse comunità vegetali.
Il Piano Particolareggiato Tiburtino SDO è decaduto nel 2012 per decorso decennio dalla sua approvazione.
Il WWF chiede che il perimetro del Monumento Naturale istituito nel 2020 sia esteso all’area dell’ex fabbrica attualmente esclusa, che il Lago sia inserito nel Demanio delle acque pubbliche e, unitamente alle aree circostanti, nel Piano Territoriale Paesistico Regionale e che venga adeguata la pianificazione urbanistica dell’area, prevedendo che l’intera area dell’ex Snia Viscosa sia promossa a componente primaria della Rete Ecologica (come peraltro previsto dalla normativa vigente per tutte le aree protette istituite dalla Regione).
2. Il Comprensorio Casilino SDO
Il Comprensorio Casilino SDO si estende per 146 ettari tra via Prenestina a nord e Via Casilina a sud. Anche questa area ricade all’interno del Comprensorio archeologico “Ad duas lauros” tutelato da vincolo paesistico come “zona di interesse archeologico” dal D.M. 24.10.1995. Esso è oggetto di un Piano Particolareggiato adottato dal Comune di Roma con Delibera Consiliare 148 del 21.10.2002, il quale destina a verde pubblico circa 90 ettari sui 100 non ancora edificati. Il Piano non ha ancora completato il suo iter di approvazione.
Così, a 26 anni di distanza dal Progetto Direttore SDO del 1995, ed a 19 anni dalla sua adozione, questo Comprensorio è ancora privo di pianificazione urbanistica definitiva. Pertanto questo Comprensorio SDO, ricchissimo di beni ambientali e culturali e tutelato da vincolo archeologico fin dal 1994 nella sua parte meridionale per la presenza del Mausoleo di Sant’Elena (“Torpignattara”) e delle sottostanti Catacombe dei S.S. Pietro e Marcellino, con i suoi 100 ettari non ancora edificati è l’ultima occasione per avvicinare i quartieri circostanti alla dotazione standard minima di verde pubblico procapite (i famosi 9 mq per abitante prescritti dal D.I. 1444 del 1.3.1968).
La situazione del Comprensorio Casilino SDO è particolarmente critica per la presenza di un esteso sistema di cavità sotterranee artificiali nel sottosuolo, con particolari criticità che riguardano le aree di Villa De Sanctis e dei villini attorno a Via Formia. Dette cavità, assieme alla presenza di sistemi fognari vetusti oppure addirittura assenti, può causare l’apertura di voragini.
3. Il Parco archeologico di Centocelle
Anche quest’area ricade all’interno del Comprensorio archeologico “Ad duas lauros” tutelato da vincolo paesistico come “zona di interesse archeologico” dal D.M. 21.10.1995. Inoltre ampie porzioni dell’area sono tutelate da vincolo archeologico come il Campo Marzio, la Villa rustica ed il monumento dell’Osteria di Centocelle. Il Forte Casilino è tutelato invece da vincolo monumentale. Il Piano Particolareggiato del Subcomprensorio Centocelle approvato nel 2006 ha previsto la realizzazione del Parco Archeologico di Centocelle, esteso per 126 ettari.
La maggior parte di queste aree sono state cedute dal Demanio militare al Comune di Roma in base alla Legge 453 del 29.1.1987 proprio per permettere la realizzazione delle opere pubbliche afferenti allo SDO, ritenute dalla Legge per Roma Capitale “opere di preminente interesse nazionale”. Il D.M. del 9.7.1992 ha posto il vincolo di tutela archeologica su tutta la parte settentrionale dell’ex aeroporto militare, prescrivendo l’impiego dell’area medesima come Parco Archeologico. Fino ad oggi è stato tuttavia realizzato solo il primo stralcio di detto Parco sulla via Casilina, per un’estensione di soli 33 ettari. I lavori per il secondo stralcio, esteso su ulteriori 18 ettari, sebbene finanziati ed appaltati, non sono mai partiti. Sull’area del futuro parco insistono attività economiche non compatibili, come numerosi autodemolitori in attesa della necessaria delocalizzazione.
Nel Parco di Centocelle sono presenti importanti valori sia botanici che faunistici, basti pensare alle 210 specie vegetali censite durante i Bioblitz organizzati dal WWF (da segnalare la presenza di alcune specie di orchidee) e alle tante specie di avifauna prativa presenti come ad esempio la cappellaccia, l'allodola, il beccamoschino, il saltimpalo e lo strillozzo, oltre a specie faunistiche come la luscengola.
Sono da segnalare le seguenti criticità: Realizzazione del secondo lotto; Bonifica del canalone (come da Ordinanza della Sindaca n. 22 del 10.2.2017) e delle altre discariche presenti; Sistemazione dei due accessi attuali su via Casilina e creazione di nuovi accessi; Risistemazione delle parti di cancellata abbattute; Predisposizione di un piano di prevenzione incendi adeguato ai rischi presenti (autodemolitori, discariche non caratterizzate, impianti militari; Valorizzazione delle ville romane (Villa della piscina e Villa Ad duas lauros) e del monumento Osteria di Centocelle; Definizione della situazione relativa alle aree non ancora passate dal Demanio militare al Comune di Roma (Villa Ad duas lauros e Forte Casilino); Definizione, monitoraggio e messa in sicurezza del sistema caveale presente nel sottosuolo; Delocalizzazione degli autodemolitori presenti; Verifica della compatibilità ambientale delle attività economiche presenti nell’area.
Il Piano Particolareggiato “Parco di Centocelle” approvato nel 2006 è decaduto nel 2016 per decorso decennio dalla sua approvazione, e si rende quindi necessario procedere alla redazione, adozione ed approvazione di un nuovo strumento urbanistico attuativo che costituisca il necessario riferimento normativo per la realizzazione del Parco archeologico di Centocelle.
4. Il Comprensorio storico-archeologico Tor Tre Teste, Mistica e Casa Calda
Nel territorio del Municipio Roma V tra Via di Tor Tre Teste ad ovest ed il GRA ad est, e tra la Via Prenestina a nord e la Via Casilina a sud è presente il Comprensorio storico-archeologico del Fosso di Tor Tre Teste, di Mistica e di Casa Calda. Detto Comprensorio costituisce uno degli ultimi lembi di campagna romana all’interno del GRA, che presenta infatti il paesaggio classico dell’Agro romano attraversato dai resti dell’Acquedotto Alessandrino, ma anche caratterizzato da significativi monumenti medievali quali il Torraccio del Rischiaro e il complesso delle torri di Casa Calda, nonché da significative architetture rurali quali il grande casale a corte della Tenuta La Mistica.
Notevolissimi sono i valori naturalistici e ambientali presenti, in particolare nell’area che comprende il Lago di Mistica, il Fosso di Tor Tre Teste e l’Acquedotto Alessandrino, dove sono state segnalate oltre 120 specie di avifauna, tra cui diverse specie protette dalle Direttive dell’Unione Europea (è stata documentata di recente anche la nidificazione dell’Airone Cenerino, evento eccezionale all’interno del GRA) e diverse specie di anfibi (es. Rospo Smeraldino) e odonati.
L’importanza culturale ed ambientale e la conseguente necessità di tutela di questo Comprensorio è stata riconosciuta dapprima dal D.M. 2.2.1990, con il quale è stato apposto il vincolo archeologico ex Lege 1089/39 sul tratto dell’Acquedotto Alessandrino compreso tra Via di Tor Tre teste ed il GRA e la corrispondente fascia di rispetto di 100 metri su ambo i lati, e dal successivo vincolo archeologico apposto con D.M. 12.10.1995 sull’intera area in questione. Detto vincolo di tutela è stato tuttavia annullato per singole porzioni di territorio da Sentenze del Consiglio di Stato a seguito di ricorsi presentati da privati. Detto D.M. è stato pertanto rettificato dal Decreto della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio del 21.1.1995, escludendo dalla tutela archeologica quasi tutta l’area a nord della fascia di rispetto dell’Acquedotto Alessandrino ed ampie porzioni di territorio a sud della stessa.
Il Comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Casa Mistica e Casa Calda” è stato altresì ricompreso all’interno della vasta “area comprendente il Fosso di Tor Tre Teste, Casa Mistica, Casa Calda e Torre Angela” la cui importanza culturale ed paesistica e la conseguente necessità di tutela è stata riconosciuta dal D.M. 5.4.2001, con cui il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, su proposte della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Roma e della Soprintendenza Archeologica di Roma, ha apposto il vincolo paesistico in quanto “zona di interesse archeologico”.
Il vincolo di tutela in questione è stato impugnato da parte del Comune di Roma al TAR del Lazio, il quale con sentenza n.14578 del 10.12.2001 lo ha annullato per mancato rispetto della procedura riguardante la emanazione del vincolo. Contro detta sentenza non è stato tuttavia presentato ricorso al Consiglio di Stato.
All’interno del Comprensorio storico archeologico Tor tre teste, Mistica e Casa Calda ricade l’area della convenzione tra Roma Capitale e privati approvata con D.C. 79 del 18.4.2005, la quale prevede la realizzazione e la consegna a Roma Capitale del Parco archeologico dell’Acquedotto Alessandrino esteso per circa 75 ha da cedere all’Amministrazione Comunale, nel quale vengono tutelati i valori storico archeologici, paesistici presenti nell’area (Acquedotto Alessandrino, Muraccio del Rischiaro, Fosso di Tor Tre Teste). Questo parco non è stato fino ad oggi realizzato.
Inoltre nell’area di Casa Calda è presente un’area di 8 ettari espropriata dal Comune di Roma nel 1975 e sulla quale è già stato realizzato un parco pubblico e strutture con finalità sociali. A seguito di una sentenza detta area è tornata in proprietà al privato per retrocessione, essendo trascorsi più di dieci anni tra la data dell’esproprio e l’inizio dei lavori per realizzare le opere pubbliche previste.
5. L’area a cavallo del tratto urbano della A 24 tra Casalbertone e la Cervelletta (definibile “Parco della Via Collatina antica” e parte costituente del futuro Parco lineare Roma est)
Nel territorio della periferia orientale di Roma Capitale un importante contributo alla necessaria riqualificazione ambientale può essere dato da una vasta area che ricade a cavallo del tratto urbano dell’autostrada A 24, tra la via Tiburtina a nord e la linea ferroviaria Alta Velocità Roma-Napoli a sud, e che si estende dal quartiere di Casalbertone a ovest fino all’area della Cervelletta ad est, area questa che è parte costituente della Riserva Naturale dell’Aniene. Si tratta di un’area che il vigente PRG del Comune di Roma destina prevalentemente a verde pubblico e classifica come componente della Rete Ecologica, che lo stesso Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio individua come possibile “parco archeologico naturale”, e che di fatto costituisce un corridoio naturale tra la Riserva naturale dell’Aniene a nordest ed il Comprensorio archeologico “Ad duas lauros” a sudovest.
Quest’area è costituita da differenti settori destinati a parco pubblico non solo sulla base delle prescrizioni del vigente strumento urbanistico, ma anche sulla base di vari provvedimenti amministrativi adottati nel corso del tempo, i quali tuttavia non hanno tuttavia portato alla attuazione delle decisioni assunte.
Tra questi settori possiamo ricordare il Parco archeologico Tiburtino a Casalbruciato, il cui progetto ricadente nell’ambito territoriale del Piano Particolareggiato Tiburtino SDO è stato approvato dal Comune di Roma Delibera di Giunta n. 749 del 25.11.2003, ma non è stato ancora realizzato.
Si richiama poi l’attenzione sul Parco della Serenissima, esteso per circa 36 ettari, oggetto di un Accordo TAV – Comune di Roma stipulato in data 28.2.2021, in base al quale TAV si è impegnata a realizzare il Parco Campagna esteso per 36 ettari come compensazione socioambientale per la realizzazione ed entrata in esercizio della linea ferroviaria alta velocità Roma Napoli. Detto parco non è stato fino ad oggi realizzato.
La recente Delibera dell’Assemblea Capitolina n. 33 del 15.4.2021 ha invece approvato uno Schema di Convenzione da sottoscrivere tra Roma Capitale e RFI, attraverso il quale RFI si impegna a cedere le aree e una somma di 6,3 milioni di euro a Roma Capitale. Sarà poi il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale a curare la progettazione e la realizzazione del futuro Parco della Serenissima.
La presenza di importanti ed estesi beni culturali e paesistici presenti nell’area del futuro Parco della Serenissima, tutelati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, tra cui le aree archeologiche della Necropoli romana Serenissima, la Villa romana in via Scarpitti, il tracciato sotterraneo dell’Acquedotto Vergine, il casale Gottifredi, unitamente ai valori naturalistici che si riscontrano nell’area boscata retrostante nella quale insiste una piccola zona umida, rende necessario il coinvolgimento della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma in un Tavolo Tecnico per la progettazione e realizzazione del futuro Parco.
Lo Schema di Convenzione di cui sopra non prende in considerazione il problema della riallocazione del tratto lungo 160 metri della Via Collatina antica scoperto nel 2000 durante i lavori di realizzazione della galleria ferroviaria Serenissima della linea alta velocità Roma Napoli. Detto tratto fu smontato, classificato e deposto in un’area adiacente a via dello Scalo Prenestino, in prossimità dell’attuale fermata FS Serenissima, in attesa di essere riallocato così come prescritto nell’Accordo TAV Comune di Roma del 28.2.2005.
Sulla base di un progetto elaborato dal Mibact, nel 2016 RFI ha versato alla Soprintendenza di Roma un importo di 800.000 euro per poter procedere alla riallocazione del tratto di strada romana. Il sito per la riallocazione è stato individuato e già recintato nell’area sovrastante la galleria Serenissima adiacente a via Spencer. Pertanto è necessario sollecitare l’esecuzione di questa opera.
Dopo aver esaminato le specifiche aree del Municipio Roma V, è necessario esaminare la Delibera di Giunta 143 del 17.7.2021 con cui Roma Capitale ha adottato le Linee Guida per lo Schema di Assetto Generale dell’Anello Verde. Con questo atto si è inteso definire appunto le linee guida per un quadro di riferimento per la pianificazione urbanistica delle aree ferroviarie Trastevere, Ostiense, Tuscolana e Tiburtina e degli adiacenti Comprensori SDO Pietralata, Tiburtino, Casilino e Quadraro, con l’obiettivo di creare un collegamento verde tra la Riserva Naturale dell’Aniene a nord ed il Parco dell’Appia a sud. Per quanto attiene al territorio del Municipio Roma V ed alla periferia orientale di Roma queste linee guida non hanno purtroppo interessato l’area del Parco di Centocelle, il Comprensorio Tor Tre Teste-Mistica-Casa Calda, e neppure tutta l’estensione dell’area a cavallo della A 24 tra Casalbertone e la Cervelletta.
Nelle linee guida non sono stati considerati importanti vincoli di tutela apposti sul territorio, come quello archeologico Torpignattara apposto nel 2004, e neppure sono stati definiti i futuri dei parchi archeologici previsti dagli strumenti urbanistici generali ed attuativi fino ad oggi approvati o adottati.
Stefano Gizzi
Responsabile Municipio V del WWF Roma e Area Metropolitana
Emilio Giacomi
Responsabile Settore Pianificazione del Territorio del WWF Roma ed Area Metropolitana.